Marketing Consumer

Non è un prodotto anche questo?


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Il consumatore non è fesso!

Fin dalla prima pubblicità ho notato qualcosa che non andava. Come se il messaggio proposto stridesse in qualche modo con l’immagine.

Rivedendo ora sempre più spesso lo spot, complice il caldo estivo e la spinta pubblicitaria verso cose rapidi e pronte con poco sforzo ho realizzato.

Lo spot di cui parlo, forse l’avrete capito visto che sta particolarmente martellando, è questo.

Dakota Aia

La salsiccia di Aia che viene impetuosamente presentata come pronta in due minuti.

Ma cosa c’è che non torna nell’immagine?

Esatto: il contorno! Perché sarà anche vero che la salsiccia si prepara in poco tempo, ma le patate al forno no!
Quelle vanno pelate, lavate, asciugate, tagliate e messe nel forno caldissimo (l’ideale con queste temperature infuocate).
Il tutto richiede più di mezz’ora, altro che due minuti ed è pronto!

Girando ho visto che non sono l’unico a notare questa cosa, visto che il blog Marketising ha segnalato l’incogruenza, che è stata poi ripresa dall’ottima pagina Facebook di UME Unidentified Marketing Events.

Loro parlano, dal lato degli addetti ai lavori, di advertising fail, visto che il messaggio che passa è contraddittorio e può inficiare l’efficacia della campagna.

Io, sempre dal lato del consumatore, dico che non sono fesso!

Mi piacciono le salsicce con le patate al forno, ma se le voglio in due minuti le prendo alla rosticceria sotto casa…  🙂


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Il marketing dal basso, in banca

Stavolta, dopo essere stati al bar e al supermercato, andiamo in banca.

Passando davanti una filiale del Gruppo Intesa, si può leggere questo splendido avviso:

Avviso Banca

Ora questo avviso è sbagliato, per tutta una serie di motivi. Cerchiamo di capirli insieme.

  • Prima di tutto si avvisa di un possibile malfunzionamento (corretto), però poi si omette di dire perché. Certo la banca non è tenuta a dirlo, ma magari il cliente vorrebbe pure sapere che sta succedendo in un posto di cui si dovrebbe fidare.
  • Viene segnalata una data di inizio malfunzionamenti, ma la fine? Quanto dureranno? Resterà sempre così? Il direttore non lo sa? Boh! Insomma: un messaggio lanciato nel vuoto. La banca sarà in difficoltà per quanto? Non si sa.
  • I “signori” clienti vengono invitati correttamente a rivolgersi, per operazioni di sportello, ad altre filiali del gruppo. Anzi il cartello le definisce limitrofe. Peccato che non ci sia poi scritto dove stanno, queste filiali! Non un indirizzo, non una mappa, un sito internet per le informazioni. Nulla.

Per carità, io capisco la crisi e tutti i problemi che hanno le banche (e i loro clienti).
Però questo è veramente menefreghismo.

Bastava scrivere poche altre cose: una spiegazione anche generica, una possibile data di fine (o magari un “fino a prossima comunicazione”). Tanto per far sembrare la cosa un punto su cui si sta lavorando.

Bisognava poi, e questo è l’errore più grande, scrivere dove sono le altre filiali. Non ci vuole molto a fare un elenco, non ci vuole molto nemmeno a stampare una cartina di Google Maps e evidenziare un percorso da questa filiale alle altre. Ci vuole una mezz’ora di tempo, e la voglia di farlo.

I problemi possono succedere, nessuno lo nega. Però vanno correttamente comunicati alla clientela, è una questione di rispetto.
Proprio il tipo di rispetto che ti fa aumentare la fidelizzazione dei tuoi clienti. E penso che questo argomento dovrebbe essere molto prioritario per una banca, proprio in un momento come questo.

Federico


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Il marketing (quasi) dal basso, al supermercato

Entriamo oggi in un punto vendita Carrefour Express, ovvero il gruppo di negozi “locali” del colosso della GDO, quelli più piccoli e localizzati in quartieri con alta densità.
Prima dell’acquisizione del gruppo GS erano i negozi a marchio DìPerDì.

In ogni caso questi negozi mirano ovviamente ad una clientela locale, di persone che non si spostano in auto e che quindi non vanno a fare la spesa al centro commerciale vicino l’ufficio, e che magari rinunciano ad un po’ di convenienza per avere più tranquillità. Frequentandoli si notano anche infatti molti anziani.

Proprio per venire incontro a questa clientela quasi tutti questi negozi offrono un servizio di consegna della spesa a casa, in modo da evitare ai clienti di affaticarsi e stare più tranquilli.
Vediamo come il negozio pubblicizza la cosa:

La spesa a casa te la portiamo noi! Gratis!

La spesa a casa te la portiamo noi! Gratis!

Ovviamente il punto chiave è la scritta GRATIS! in rosso e ben visibile, la descrizione dell’offerta e le solite righe piccole con i vari termini del servizio.
Ma vorrei focalizzarmi sul disegno, lì è il vero capolavoro.

Il manifesto ci dice che la spesa a casa ce la porta un tizio visibilmente ubriaco (naso rosso), incazzato nero (espressione infastidita) e con evidenti problemi di miopia (occhi a fessuretta).

Ma voi vi fareste portare le uova da uno così?? 😀

Una busta grazie…

Federico