La notizia del giorno è naturalmente l’eliminazione degli azzurri dal mondiale brasiliano, e approfittiamo degli eventi a contorno per parlare ancora di marketing e dell’uso di Twitter.
La partita decisiva però è stata segnata dall’ormai famoso morso di Suarez (non nuovo a questo tipo di enfasi sportiva) a Chiellini, che gli ha lasciato un bel marchio
Essendo la partita di livello mondiale, anche numerosi brand la stavano monitorando per cercare come sempre di prendere l’ondadell’hashtag e riuscire ad emergere.
Vista la tipologia di evento, è esattamente quello che è successo, con il solito uso creativo e soprattutto tempestivo di Twitter.
Barilla però ha preferito essere più originale, ed evitare riferimenti a morsi, pasta e quant’altro.
Così non è stato uscendo un attimo dai confini dei brand nazionali. Questo ottimo articolo di Mashable riprende tutti i tweet che hanno avuto come protagonista il mordace Suarez.
Vediamone qualcuno.
Il migliore probabilmente è proprio quello di McDonald’s Uruguay, che invita @luis16suarez a non mordere Chiellini ma
Hola @luis16suarez, si te quedaste con hambre vení a darle un mordisco a una BigMac 😉
Interessante e curioso perché la Johnson&Johnson, produttore del Listerine, è uno dei main sponsor di Brasile 2014 con in Italia la campagna La Tua Miglior Difesa.
Che ha come testimonial principale (ottimamente scelto, tra l’altro, anche nella sconfitta) proprio il portiere e capitano degli Azzurri: Gianluigi Buffon
Mi sono chiesto spesso a cosa serve la funzionalità di Twitter che permette agli utenti di stellinare i tweet.
Cliccando sulla stellina si aggiunge il tweet in questione alla propria lista di preferiti, mantenendolo lì non si sa bene a fare cosa.
Personalmente non lo uso molto, anzi, direi che non lo uso quasi per nulla
Ogni tanto ci sono discussioni su cosa servano, sono un po’ meno di un retwit, un po’ meno di una risposta. Qualcuno dice che è un modo per dire “sono d’accordo”, senza però essere invasivo.
Una specie del Mi Piace di Facebook, con la differenza che poi i tweet in questione vengono raccolti in una lista e possono essere consultati facilmente (anche se altri strumenti più avanzati come TweetDeck permettono una cosa simile, più agilmente e destinando la funzionalità alla gestione avanzata di un profilo).
Dal punto di vista dell’esperienza di marketing o customer care su Twitter, poi, non ho mai riscontrato esempi interessanti circa l’utilizzo di questa funzionalità.
Interessante, oltre all’uso dell’hashtag #pechinoexpress anche l’inserimento costante di immagini su Twitter, sempre di grande effetto e pronte per essere ritwittate.
Durante la finale però ha fatto un’operazione che personalmente non avevo mai visto, e che mi sembra particolarmente interessante e convincente: ha usato i preferiti di Twitter come voti.
I livelli di engagement dell’iniziativa non mi sembrano male (non so se quei numeri però sono significativi o no), in ogni caso mi sembra un modo molto simpatico per aumentare il coinvolgimento dei propri follower e, soprattutto, di sfruttare una funzionalità del social network.
Sicuramente è una deviazione rispetto all’idea originaria di archiviare un tweet, però mi sembra un modo davvero interessante per sfruttare le potenzialità del social network.
Ho trovato molto divertente e interessante questa presentazione, pubblicata qualche tempo fa negli Onion Talks (una molto ben fatta satira dei troppo tanto pubblicizzati TED Talks) che mette in scena una efficace parodia di come viene erroneamente percepito il valore aggiunto dei social media da parte di aziende anche rilevanti, e come i consulenti di marketing sfruttino questa errata percezione per offrire un risultato scadente, se non praticamente nullo.
Ma vediamo prima il video, poi ne riparliamo. 🙂
Oltre ad una critica molto divertente e abbastanza fondata sul ruolo delle agenzie di social consulting, il senso è proprio che gran parte delle attività di supporto ad un brand si riducono semplicemente al fatto di aumentare banalmente il numero di like, follower, +1, e chi più ne ha più ne metta.
Anzi, molto intelligentemente i ragazzi di The Onion citano esplicitamente gli account fake, creati e pagati apposta al soli fine di far aumentare il numero dei follower, dei like, dei quellochevvepare.
E nel video si ironizza dicendo esplicitamente quello che tutti sanno di questo tipo di metodi, e di come viene aumentata l’audience di un profilo social:
All these accounts were robots. So we didn’t have to tweet anything.
Ma se tutti sanno tutto, ci cascano ancora? E sì, decisamente sì.
Proprio su Facebook sono incappato in pubblicità di questo tipo qualche mese fa, e le ho salvate proprio perché era interessante.
E notare che Post consigliato vuol dire che questa è un’inserzione a pagamento. Quindi c’è un riscontro notevole perché se pagano vuol dire che ci rientrano, o almeno sperano di farlo.
Tuttavia l’annuncio non solo aveva tanti Mi piace, ma anche dei commenti. Così sono andato a vedere cosa dicevano quelli che probabilmente hanno usato il servizio.
Un commento mi ha particolarmente colpito:
Si tratta di una pagina amatoriale della cantante Cixi di X-Factor. Il gestore di questa pagina ha aderito all’offerta pubblicizzata e si complimentava del fatto che in 5 giorni avesse raggiunto 3000 nuovi Mi piace.
E questa è solo la partein chiaro della compravendita di follower, quella che può anche basarsi su campagne di marketing e profili reali (certo con numeri così…).
C’è infatti poi tutta una parte nascosta che invece parla esplicitamente di acquisto di account fake per aumentare la propria “popolarità”.
Nel report, oltre ad analizzare altri scambi di materiale e servizi più o meno legali, si parla proprio di social network.
Con tanto di offerte e cifre del tutto analoghe a quanto visto sopra.
Anzi, i prezzi sono anche più convenienti e, trattandosi di account palesemente fake sono follower sicuri.
Questo avviene sia perché sono account falsi, sia perché molti di questi haker rivenditori di fan controllano account reali, tramite password o applicazioni malevole, e quindi per loro è un attimo far cliccare ad uno dei loro profili la vostra pagina, o il vostro tweet.
Ad oggi la pagina ha molto più di 300 like e più di 200 follower su Twitter, ma sono tutti guadagnati sul campo, con soddisfazione e impegno.
E molti naturalmente seguono più su Facebook che sul blog, o viceversa, il che significa ottimizzare i contenuti e sfruttare i social network per pubblicizzare cose diverse e tempi e modi più adatti alla loro velocità.
Certo ci vuole impegno, ma è gratis e da molta più soddisfazione.
Insomma, dalla mia piccola esperienza quello che ho capito è che alla fine, soprattutto se lo si fa per passione, spendere soldi inutilmente non serve. Serve applicarsi e creare contenuti nuovi ed interessanti.
Dopo di che i fan, reali non finti, verranno sicuramente.
E se sei un’azienda tanto peggio, visto che se ti devi comprare i tuoi follower, allora hai problemi molto più grossi che non la presenza sui social media.