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Di morsi, mondiali e tweet

La notizia del giorno è naturalmente l’eliminazione degli azzurri dal mondiale brasiliano, e approfittiamo degli eventi a contorno per parlare ancora di marketing e dell’uso di Twitter.

La partita decisiva però è stata segnata dall’ormai famoso morso di Suarez (non nuovo a questo tipo di enfasi sportiva) a Chiellini, che gli ha lasciato un bel marchio

Chiellini morso

Essendo la partita di livello mondiale, anche numerosi brand la stavano monitorando per cercare come sempre di prendere l’onda dell’hashtag e riuscire ad emergere.
Vista la tipologia di evento, è esattamente quello che è successo, con il solito uso creativo e soprattutto tempestivo di Twitter.

Partiamo da “casa nostra” e vediamo Barilla.
Il capolavoro è sicuramente questo spettacolare tweet di fine partita di @Barilla barillanazionale

In ogni caso la cottura era iniziata prima, con altri simpatici tweet con un’immagine pronta a diffondere il brand e il prodotto.

https://twitter.com/Barilla/status/481478775541338114

https://twitter.com/Barilla/status/481486928790167552

https://twitter.com/Barilla/status/481492106750734336

Barilla però ha preferito essere più originale, ed evitare riferimenti a morsi, pasta e quant’altro.
Così non è stato uscendo un attimo dai confini dei brand nazionali. Questo ottimo articolo di Mashable riprende tutti i tweet che hanno avuto come protagonista il mordace Suarez.
Vediamone qualcuno.

Il migliore probabilmente è proprio quello di McDonald’s Uruguay, che invita @luis16suarez a non mordere Chiellini ma

Snickers twitta in modo molto efficace, consigliando sempre a Suarez di non mordere gli italiani, ma la loro barretta

Molto simpatico anche il tweet della Major League Baseball, che prende in giro se stessa e i rapporti con il calcio

Ultima nota interessante il tweet di Listerine Global

Interessante e curioso perché la Johnson&Johnson, produttore del Listerine, è uno dei main sponsor di Brasile 2014 con in Italia la campagna La Tua Miglior Difesa.

Che ha come testimonial principale (ottimamente scelto, tra l’altro, anche nella sconfitta) proprio il portiere e capitano degli Azzurri: Gianluigi Buffon

buffonlisterine


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Usare i preferiti di Twitter come voti

Mi sono chiesto spesso a cosa serve la funzionalità di Twitter che permette agli utenti di stellinare i tweet.
Cliccando sulla stellina si aggiunge il tweet in questione alla propria lista di preferiti, mantenendolo lì non si sa bene a fare cosa.

Personalmente non lo uso molto, anzi, direi che non lo uso quasi per nulla

preferiti twitter

Ogni tanto ci sono discussioni su cosa servano, sono un po’ meno di un retwit, un po’ meno di una risposta. Qualcuno dice che è un modo per dire “sono d’accordo”, senza però essere invasivo.

Una specie del Mi Piace di Facebook, con la differenza che poi i tweet in questione vengono raccolti in una lista e possono essere consultati facilmente (anche se altri strumenti più avanzati come TweetDeck permettono una cosa simile, più agilmente e destinando la funzionalità alla gestione avanzata di un profilo).

Dal punto di vista dell’esperienza di marketing o customer care su Twitter, poi, non ho mai riscontrato esempi interessanti circa l’utilizzo di questa funzionalità.

Fino ad ora almeno.

La redazione di Pechino Express, programma Rai divertente e molto ben realizzato, ha sapientemente usato Twitter durante la trasmissione.
Sia con il profilo principale, sia con quello del conduttore Costantino della Gherardesca, sia con quello di qualche partecipante al reality.

Interessante, oltre all’uso dell’hashtag #pechinoexpress anche l’inserimento costante di immagini su Twitter, sempre di grande effetto e pronte per essere ritwittate.

Durante la finale però ha fatto un’operazione che personalmente non avevo mai visto, e che mi sembra particolarmente interessante e convincente: ha usato i preferiti di Twitter come voti.

I livelli di engagement dell’iniziativa non mi sembrano male (non so se quei numeri però sono significativi o no), in ogni caso mi sembra un modo molto simpatico per aumentare il coinvolgimento dei propri follower e, soprattutto, di sfruttare una funzionalità del social network.

Sicuramente è una deviazione rispetto all’idea originaria di archiviare un tweet, però mi sembra un modo davvero interessante per sfruttare le potenzialità del social network.

Altri seguiranno la strada di Pechino Express?


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Il consumatore non è fesso!

Fin dalla prima pubblicità ho notato qualcosa che non andava. Come se il messaggio proposto stridesse in qualche modo con l’immagine.

Rivedendo ora sempre più spesso lo spot, complice il caldo estivo e la spinta pubblicitaria verso cose rapidi e pronte con poco sforzo ho realizzato.

Lo spot di cui parlo, forse l’avrete capito visto che sta particolarmente martellando, è questo.

Dakota Aia

La salsiccia di Aia che viene impetuosamente presentata come pronta in due minuti.

Ma cosa c’è che non torna nell’immagine?

Esatto: il contorno! Perché sarà anche vero che la salsiccia si prepara in poco tempo, ma le patate al forno no!
Quelle vanno pelate, lavate, asciugate, tagliate e messe nel forno caldissimo (l’ideale con queste temperature infuocate).
Il tutto richiede più di mezz’ora, altro che due minuti ed è pronto!

Girando ho visto che non sono l’unico a notare questa cosa, visto che il blog Marketising ha segnalato l’incogruenza, che è stata poi ripresa dall’ottima pagina Facebook di UME Unidentified Marketing Events.

Loro parlano, dal lato degli addetti ai lavori, di advertising fail, visto che il messaggio che passa è contraddittorio e può inficiare l’efficacia della campagna.

Io, sempre dal lato del consumatore, dico che non sono fesso!

Mi piacciono le salsicce con le patate al forno, ma se le voglio in due minuti le prendo alla rosticceria sotto casa…  🙂